PREMIAZIONE 2016

1"Navigando con Chupa Chupa" di Cirà e Crivello.
2 "Sono tra noi" di Mario Giuca.
3"Masha e Orso per la pace"                                            "Il re del Carnevale" 

Altri carri:  "U nannu ca nanna" di Scalisi Michele.

GRUPPI MASCHERATI

Mariachi Band, I pasticci all'italiana, A' mari semu, La Favola di Pinokkio, U mancia mancia.

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«Non è certo una grande città e neppure una città grande, ma così protesa nel mare è fatta di una parte bassa e una alta, con il porto e la stazione ferroviaria, ha caratteristiche e bellezze che tante città grandi non hanno». «Il caso esemplare di una città ricca di storia, di tradizioni, di cultura, che può offrire al visitatore atmosfera e suggestioni. Ma che rischia di essere dimenticata e anche di dimenticarsi». Queste parole fanno da premessa alla descrizione di Termini Imerese in una famosa guida turistica e rivelano in maniera decisa e precisa le caratteristiche e i problemi di fondo di questa città. Ubicata nella costa settentrionale della Sicilia, sorge al centro dell’omonimo golfo su un altipiano occupante la parte alta di un promontorio che si protende a circa 80 metri sul livello del mare mentre a nord la città termina a picco, a est essa scende verso la spiaggia con dolce andamento semicircolare. Caratteristiche ambientali e particolarità del luogo sono state fin dagli albori della storia elementi determinanti per il suo sfruttamento da parte dell’uomo. La località fu abitata in epoca preistorica, dal paleolitico superiore

all’età del rame e del bronzo. La mitologia narra l’arcaica presenza di una struttura termale in cui l’eroico Ercole venne a ritemprarsi. La successiva evoluzione storica del territorio avvenne con l’insediamento della città di Himera; fondata intorno al 648 a.C. dai Zanclei, fu distrutta nel 409 a.C. dai Cartaginesi, che ne impedirono la ricostruzione. Parte dei suoi abitanti si trasferirono nella vicina Terme già nota per le acque termali e alla popolazione indigena locale si sovrappose gente di origine greca e le due stirpi si fusero in un’unica popolazione. Dopo la prima guerra punica e con l’acquisizione del dominio della Sicilia da parte dei romani, Termini Imerese, che nel mentre era sicuramente divenuta un centro di notevole importanza, gode un periodo di prosperità che culminerà nei primi due secoli d.C. con la nomina a Colonia, titolo che la equiparava alle città di fondazione romana, arrivando addirittura a ottenere la denominazione di “Splendissima” appellativo che l’accompagnerà nei secoli successivi. L’importanza del luogo, viene rafforzata da imponenti fortificazioni che ne fanno una sicura roccaforte costiera e quindi un naturale nodo commerciale tra i vicini centri agricoli e le terre oltremare. Prosperità e grandezza, la città si amplia attorno alla rocca fortificata sull’altipiano e verso il mare, mura e torri la difendono, pregiati manufatti l’abbelliscono. Ricca di Ville, templi, case nobiliari, grandiose strutture termali, un notevole anfiteatro e infine l’acquedotto Cornelio, un mirabile esempio dell’avanzata tecnologia romana.

Negli ultimi anni il testamento viene letto da parte di un nuovo personaggio, il “notaro Menzapinna”, personaggio ideato dalla fantasia dello studioso Nando Cimino, autore anche del testo del testamento, la maschera inoltre prende le sembianze dello stesso ideatore, grazie alla caricatura in cartapesta creata dagli abili maestri. L’originale nome deriva dal fatto che, nel redigere gli atti, per svogliatezza o per errore, spesso lasciava incompiute le parole suscitando l’ilarità dei suoi clienti che così prendendo spunto anche da maldicenze di tutt’altro genere, avevano iniziato a chiamarlo con questo simpatico appellativo. Di seguito propongo un accenno tratto dai testamenti del 1948 e del più vicino 2013: Testamento 1948
… e a Totò Cuffaru, barberi di finizza, ci lassu lu diploma ca curnici di sasizza. Ancora mi ricordu di qualcunu di la chiazza ci lassu li me valigi a Ninu Malarazza. A Fifì Di Cola amici veramenti, ci lassu lu flacchi e li me pinnenti. All’intimu niputi miu Di Vittoriu lu spiazali ci lassu cu piaciri lu purmuni e u ficatali. Testamento 2013
Pi farini addivertiri puru ddoppu carnalivari fra n’autra simana ni portinu a vutari; ammia st’elezioni mi pari na babbiata, tantu gira e vota a stissa è la sunata. Ca vi scalinu li tassi picciotti un ci pinzati, ca a chiacchiri e paroli ggià semu abituati; vonnu ora lu votu facennu li nnucenti, poi pigghinu pu culu lu populu e li santi!.

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